• BLOG DIDATTICO DI SOSTEGNO

    Si dice di solito "nero sul bianco" per marchiare negativamente qualcuno, io invece provo a cancellare questa macchia nera cercando di trasmettere non solo risorse ma anche valori umani. Se siete perplessi non preuccupatevi è un buon segno, in quanto la perplessità è l'inizio della conoscenza...

venerdì 28 settembre 2012

Si è svolto oggi nell’Aula Magna dell’Università degli Studi dell’Insubria il Convegno per presentare un Vademecum per i disturbi specifici dell’apprendimento (dislessia ma non solo) scritto per gli insegnanti delle scuole primarie. Grazie al finanziamento di Soroptimist, il volume è stato stampato e sarà distribuito ai docenti di tutta la provincia di Varese.
Il Vademecum è il frutto del lavoro condotto dal professor Cristiano Termine insieme a diversi colleghi con il contributo dell’Associazione Italiana Dislessia e dell’Ufficio Scolastico Territoriale: sarà uno strumento operativo per gli insegnanti che consentirà loro di affrontare le problematiche dei bambini dislessici e con altri disturbi specifici dell’apprendimento.
Al convegno sono intervenuti: Carla Giuliani (Presidente Soroptimist), Claudio Merletti (Ufficio Scolastico Territoriale Varese), Simone Vender (Università dell’Insubria), Enrico Profumo (Psicologo), Maria Rosa Raimondi (Ufficio Scolastico Regionale) e gli autori Maria Filippa Attardo, Rita Bartolini, Elena Beltramme, Maria Enrica Bianchi, Rita Contarino, Manola Crocetti, Alessandra Cuscunà, Ledina Derhemi, Alessia Manzoni, Francesca Negro, Laura Rosana, Viviana Rossi, Cristiano Termine, Luciana Ventriglia. 


La maesta Chicca Petruzzi ci fornisce gentilmente uno strumento utile per l'analisi dello sviluppo potenziale dell'alunno... che riguarda esclusivamente il parametro "Cognitivo". Tale griglia si presenta molto utile non solo per il PEI e la compilazione registro, ma anche per la compilazione del profilo dinamico funzionale o PDF.

Il parametro Cognitivo comprende:
  • Abilità Matematiche.
  • Abilità Linguistiche.
  • Abilità di Scrittura.
  • Orientamento Spazio-Temporale.
  • Lingua straniera.
La griglia proposta è strutturata in modo semplice e di facile lettura... si presenta molto utile per la valutazione nel primo e secondo quadrimestre per l'area cognitiva (ovviamente se avete i trimestri va adattata e modificata).

mercoledì 26 settembre 2012

Vi segnalo un altro documento scolastico inviatomi dalla maestra Chicca Petruzzi... si tratta di un Modello PDF molto completo, utile anche per il relativo l'aggiornamento!

Lo potete visionare e scaricare cliccando qui, oppure lo troverete nella sezione DOCUMENTI a destra del blog!

domenica 23 settembre 2012

Ecco un esempio di "progetto ponte"... importantissimo per l'integrazione del bambino nel passaggio da un ordine di scuola ad un altro!

Progetto ponte a favore degli alunni disabili per la continuità tra i diversi ordini di scuola



















Clicca qui per la versione in formato .pdf  oppure vedi nella sezione DOCUMENTI (a destra del blog)

giovedì 20 settembre 2012

Il disturbo bipolare è una grave malattia del cervello. E' chiamata anche psicosi maniaco-depressiva. I bambini con disturbo bipolare esperiscono insoliti cambiamenti di umore. A volte si sentono molto felici o euforici e sono molto più attivi del solito. Questa condizione viene chiamata mania. A volte invece si sentono molto triste e "giù di umore" e sono molto meno attivi del solito. Questa è la fase della depressione.

Il disturbo bipolare non è paragonabile ai normali alti e bassi che ogni bambino, e che ogni persona di qualsiasi età, si trova ad attraversare. I sintomi bipolari sono molto più imponenti di una normale fluttuazione dell'umore. La malattia può rendere difficile per un bambino andar bene a scuola o andare d'accordo con amici e familiari.

I cambiamenti di umore del bipolare si chiamano "episodi di disturbo dell'umore". Il vostro bambino può avere episodi maniacali, episodi di depressione, o episodi "misti". Un episodio misto ha sia sintomi maniacali che sintomi depressivi. I bambini e gli adolescenti con disturbo bipolare possono avere più spesso episodi misti rispetto agli adulti.

Gli episodi di disturbo dell'umore durano una settimana o due, a volte più a lungo. Durante un episodio i sintomi sono presenti tutti i giorni, per la maggior parte della giornata.

I bambini e i ragazzi con un episodio maniacale possono:-Sentirsi molto felici o euforici e agire in un modo che è insolito per loro stessi
-Parlare veramente veloce di un sacco di cose diverse contemporaneamente
-Avere difficoltà a dormire, ma senza sentirsi stanchi
-Avere molte difficoltà a rimanere concentrati
-Parlare e pensare al sesso più spesso del solito ed essere promiscui
-Fare cose rischiose per la propria incolumità
-Fare abuso di alcol e altre droghe   

I bambini e i ragazzi con un episodio depressivo possono:

-Sentirsi molto tristi
-Lamentarsi molto per dolori vari, come mal di stomaco e mal di testa
-Dormire troppo poco o troppo
-Sentirsi in colpa e senza valore
-Mangiare troppo poco o troppo
-Avere poca energia e nessun interesse per le attività divertenti
-Pensare alla morte o al suicidio

  • Come viene trattato il disturbo bipolare?
In questo momento non esiste una cura definitiva che porta alla guarigione del disturbo bipolare. Spesso i medici trattano i bambini che hanno la malattia in modo molto simile con cui trattano gli adulti. Il trattamento può aiutare a controllare i sintomi. Il trattamento funziona meglio quando è costante nel tempo perchè può prevenire ulteriori episodi di alterazione dell'umore.

1. Farmaci. Diversi tipi di farmaci possono essere utili. I bambini rispondono ai farmaci in modi diversi, da individuo a individuo. Alcuni bambini potrebbero necessitare di più di un tipo di farmaco, perché i loro sintomi sono spesso complessi. A volte hanno bisogno di provare diversi tipi di medicine per capire quale sia la migliore.

I bambini devono prendere il minor numero e le più piccole quantità di farmaci possibile. "Start low, go slow", dicono gli psichiatri americani: "Partire con poco, procedere piano". Riferite sempre al medico del bambino qualsiasi problema con gli effetti collaterali. Non smettete di dare il farmaco al bambino senza il consulto del medico. L'arresto improvviso di un farmaco può essere pericoloso, e può rendere i sintomi bipolari più aggressivi.

2. Psicoterapia. Diversi tipi di psicoterapia possono aiutare i bambini con disturbo bipolare. La terapia può aiutare i bambini a cambiare il proprio comportamento e gestire le proprie routine. Può anche aiutare i giovani andare più d'accordo con la famiglia e gli amici. Spesso la terapia comprende anche i membri della famiglia.

  • Gli approcci Psicoterapeutici e/o di Psicoeducazione combinati con il trattamento farmacologico hanno l’obiettivo di:
- fornire informazioni riguardo la natura della patologia e delle sue manifestazioni sintomatiche
- sviluppare e sostenere nel paziente la compliance al trattamento farmacologico
- individuare la presenza di altre patologie correlate
- proteggere l’autostima del paziente dal rischio di stigma conseguente alla diagnosi
- aiutare il paziente, nella sfera socio-relazionale ed occupazionale
- prevenire il rischio di suicidio
- identificare e ridurre gli stimoli psicosociali (ad esempio i conflitti familiari) che possono aumentare il rischio di ricaduta
-diminuire e prevenire la sintomatologia

  • Come posso aiutarlo? 
Aiutate innanzitutto il vostro bambino o adolescente ad avere una giusta diagnosi e un trattamento efficace. Se pensate che possa avere un disturbo bipolare, fissate per prima cosa un appuntamento con il medico di famiglia per parlare dei sintomi che avete notato.

Se il bambino ha il disturbo bipolare, ci sono alcune cose di base che potete fare:


Avere pazienza con lui/lei

Incoraggiate il bambino a parlare e ascoltate lui o lei con cura
Siate comprensivi con gli episodi di disturbo dell'umore
Aiutate il bambino a distrarsi
Aiutatelo a capire che il trattamento può aiutarlo a stare meglio.   

martedì 18 settembre 2012

Spesso è difficile trovare il "segreto o la formula giusta" per aiutare ed educare un bambino con autismo.
Ogni caso è completamente diverso... ma fa parte anche dell'unicità umana e dell'esser speciale!
E' utile il confrontarsi con chi ha esperienza... oltre agli specialisti penso che sia utile il confronto e il passaggio di informazioni tra coloro che vivono questa situazione in prima persona.
Un carissimo amico di facebook Alessandro Capobianchi, papà di un bambino con autismo, ha messo in pratica questa forma di passaggio di consegna di tutto ciò che potrebbe essere di aiuto non solo ad altri genitori ma anche a tutti gli operatori del settore educazione e scuola!

Alessandro nel suo profilo facebook (clicca qui per contattarlo su fb) condivide pensieri ed esperienze ma anche informazioni sul mondo dell'autismo! In particolare sta mettendo a disposizioni consigli e buone prassi che possono aiutare questi bambini e le loro famiglie... lui stesso afferma: "non sono metodi inventati da me, ma metodi educativi con i quali ho lavorato con i miei figli... ho deciso di cambiare la mia vita e quella dei miei figli, semplicemente facendo quello che gli altri non fanno o non hanno il coraggio di fare... spero di aiutarne quanti più posso e di trascinare con me quante più persone possibili."

Naturalmente non c'è una ricetta che vada bene per tutti i ragazzi, ma con alcune personalizzazioni è possibile aiutarli e raggiungere l'obiettivo che ci si è proposti .

 Ecco alcuni consigli di papà Alessandro, riguardano 5 fasce:
  • linguaggio
  • socializzazione
  • autonomia
  • livello cognitivo
  • livello motorio
      
    •  IL BAMBINO GUARDA UNA PERSONA CHE SI MUOVE SOTTO IL SUO SGUARDO?
     
    Che cosa fare:

    1) mettere il bambino seduto in modo che possa vedere ciò che lo circonda. Attraversa il suo campo visivo e osserva se segue i tuoi movimenti.

    2) mentre parli al bambino sorridigli oppure usa un oggetto che produca un rumore per stimolarlo a guardare.

    3) guadagna l'attenzione del bambino parlando, sorridendo e standogli molto vicino. Gradualmente spostati nel suo campo visivo sempre cercando di mantenere il contatto con lo sguardo. Continua a vezzeggiare e lodare il bambino. Man mano che al bambino diventa facile seguirti nello spostamento portati più in là
    .

    • TENDE L MANO E SI AVVICINA VERSO I FAMLIARI?
     
    Che cosa fare:

     1) il contatto fisico è molto importante, quando gli tendi le braccia incoraggialo a fare altrettanto e chiedigli se vuole venire da te.

    2) incoraggia anche gli altri familiari e le figure che ruotano intorno al bambino, a fare la stessa cosa...anche a scuola

    3) quando il bambino cerca l'attenzione dell'adulto stagli di fronte e mettiti alla sua altezza e fai in modo che un altro da dietro, guidi fisicamente il bambino. Loda comunque il bambino, anche se non ha avuto bisogno di aiuto. Continua passando via via ad aiuti minori, se necessario; per esempio toccagli le braccia.
     



    • EMETTE VOCALIZZI IN RISPOSTA ALL'ATTENZIONE. 
     
    Che cosa fare
    1) quando il bambino fa vocalizzi, rispondigli rimandandogli i stessi suoni.

    2) Quando ti prendi cura di lui/lei, ogni volta che lo camb
    i, gli dai da mangiare, lo tieni tra le braccia, rivolgiti al bambino con piccoli suoni gutturali, come fosse un neonato. Ad ogni suono del bambino abbraccialo, sorridi, accarezzalo per incoraggiarlo...
    Non sottovalutare l'età più adulta, il cervello di un bambino di 4/5 anni è pari a quello di 2/3.



    • EMETTE VOCALIZZI PER RICHIAMARE L'ATTENZIONE?

    Che cosa fare :

    1) Quando il bambino piange o strepita per un motivo legittimo, ad esempio perchè ha fame o perchè è sporco, oppure
    ha sete, prenditi cura di lui, ma fallo cercando di capire il bisogno del vocalizzo, contestualizzando l'oggetto che vuole.

    2) Fai vedere al bambino il cibo o il giocattolo preferito. Non anticipare ogni suo bisogno. chiedigli che vocalizzi per ottenere ciò che vuole.

    3) rispondi al gioco verbale del bambino con un sorriso e ripeti i suoni prodotti da lui/lei

    4) se il bambino smette di piangere e inizia a far vocalizzi, allora concentrati e occupati prontamente di lui/lei e sorridigli




    • SI TENDE VERSO L'OGGETTO OFFERTO?

    Che cosa fare:

    1) usare oggetti luminosi o qualsiasi altro gioco purchè uno dei giochi del bambino. Offrigli l'oggetto tenendolo vicino alla man
    o del bambino. Se tende la mano daglielo. Nel porgere l'oggetto agitalo o battilo leggermente per attirare la sua attenzione. Se non tende la mano da solo guidalo tu verso l'oggetto.

    2) tieni il bicchiere o una boccetta con un succo o un liquido a piacere del bambino e di fronte al bambino. Aspetta che sia lui/lei a chiederlo ( questo potrebbe richiedere pochi secondi o alcuni minuti) e tendere la mano prima di darglielo.

    3) porgi la mano per incoraggiarlo ad afferrare l'oggetto. Guidalo fisicamente se necessario.

    4) offri al bambino un oggetto. Se non lo prende, accarezza delicatamente con l'oggetto il palmo della sua mano e fagliela richiudere sull'oggetto.

    5) parla col bambino mentre fai tutto ciò. Se allunga la mano sorridi.



    • GIOCA INCURIOSITO PER 10 MINUTI?

    Che cosa fare:

    1) procurati giocattoli morbidi, sonagli, una coperta o un materassino . Altri oggetti come cucchiai, tazze di plastica possono
    essere attraenti quanto giocattoli commerciali.

    2) il bambino può stare seduto ad un tavolo o a terra sul tappeto.

    3) Cambia spesso i giocattoli che la posizione del bambino, utilizza anche attività come il banchetto da lavoro o il tavolo delle attività. Mettilo vicino ad una finestra, eventualmente, cosicchè possa guardare fuori.

    4) in questo periodo accendi la radio o metti della musica , perchè gli sia di compagnia.

    5) sistema su una delle pareti delle grosse forme geometriche di carta e una faccia felice di circa 20 cm di diametro. Ogni tanto cambia la posizione dei disegni. Rinforza il bambino quando gioca per periodi di tempo sempre più lunghi.



    • OCCUPATI DI LUI/LEI, PER POCHI MINUTI, CERCA IL CONTATTO ON LO SGUARDO?

    Che cosa fare:
     
    1) quando ti prendi cura delle bambino, delle sue necessità, fai dei versi con la voce ed es
    agera con la mimica per incoraggiarlo a guardarti. se il bambino, volta con gentilezza la sua testa verso di te. Quando ti guarda sorridigli ...sempre. Il bambino, può guardare anche altrove, ma per lo più deve guardare il tuto viso.

    2) Se perde il contatto con il tuo sguardo per un po', recupera la sua attenzione chiamandolo/a per nome o agitando un oggetto.

    3) sorridi quando ti guarda. Fai in modo che, intorno, l'ambiente non offra molte distrazioni.
     



    • BATTE LE MANI?

    Che cosa fare:

    1) Metti le mani nelle tue e battile insieme dicendo: ''batti le manine''. Loda il bambino mentre fa ciò.

    2) riduci la pressione delle mani del bambino appena senti che fa sempre più da sè.

    3) dì: ''batti le manine'' mentre batti le mani. incoraggialo a fare altrettanto. Ricompensalo sorridendo ridendo e lodandolo.

    4) batti sempre le mani quando il bambino fa qualche cosa che ti piace o fa l'azione giusta, questo lo/la aiuterà a comprendere la differenza tra giusto e sbagliato. Incoraggialo a ripetere...
     


    • UNA CAPRIOLA IN AVANTI CON AIUTO...

    Che cosa fare:
    Ricorda le tre fasi..ti dico come si fa, ti faccio vedere come si fa, fallo...

    1) mostrargli una capriola facendone tu una o più di una.

    2) aiuta il bambino a tenere la testa in giù, mentre ruota, tienilo e spingilo quando rotola. Tieni per sicurezza la mano dietro il suo collo per proteggerlo.

    3) fai la capriola col bambino facendo in modo che imiti tutti i movimenti necessari al raggiungimento della capacità, ad esempio, si mette sulle mani e sulle ginocchia imitandoti, piega la testa, sempre su imitazione, e così via finchè non sia completa la sequenza.

    4) metti in posizione il bambino con le ginocchia fisse, testa e mani appoggiate sul pavimento. Ricordagli di piegare la testa e guidalo fisicamente a portare avanti i piedi per capovolgersi. riduci gradualmente l'aiuto usando suggerimanti verbali tipo ''cammina'', ''giù la testa'', ed una spinta gentile mentre dici ''sù''. rinforzalo con grandi sorrisi, elogiandolo e battendo le mani.

    • UNA CAPRIOLA IN AVANTI...SEMPRE CON AIUTO per bimbi più grandi o più avanzati:

    1) mostra al bambino come fare le capriole facendone alcune in modo che ti osservi attentamente.

    2)
    metti le mani del bambino ''a piatto'' sul pavimento. Piegagli la testa sotto, così che rotoli sulla nuca. Aiutalo a sollevare le gambe. riduci gradualmente gli aiuti.

    3) quando il bambino è in posizione per la capriola digli di spingere con i piedi. Elogia i miglioramenti ed il successo.

    4) usa uno sgabello o una pila di cuscini ed una stuoia o un tappeto. Aiuta il bambino ad appoggiarsi sullo sgabello con la pancia mentre testa e spalle sporgono sull'orlo verso il tappetino; fà che il bambino si sposti in avanti. Aiutalo a ruotare mentre dici '' gira''. rinforzalo per ogni buona capriola..anche con il solletico.
    Se necessario far vedere come si fa
    ...

    • USA PAROLE O GESTI CHE INDICANO IL BISOGNO DI ANDARE IN BAGNO?

    Che cosa fare:

    1) usa le stesse parole ogni volta che gli parli di andare in bagno ed usa quelle stesse parole quando il bambino vede che ci vai tu. Quando il bambino usa le parole , lodalo immediatamente e portalo in bagno.

    2) Durante il giorno usa dei pantaloni pratici con l'elastico anzichè il pannolone, se vuoi togliere i pannoli.

    No per la notte , attrezzati con le traverse per il materazzo.

    3) loda il successo e ignora gli eventuali e probabili incidenti. Osserva con attenzione i gesti del bambino ( saltellare, trattenersi, andare in un angolo, mettersi nell'armadio....), che potrebbero significare che deve andare in bagno. Loda il bambino, dì la parola corrispondente e portalo immediatamente in bagno.

    4) Fà che i membri della famiglia avvertano quando stanno andando in bagno, dicendo le stesse parole usate per l'insegnamento al bambino. porta lo stesso metodo anche a scuola

    N.B. per me ha funzionato...il tempo trascorso per il raggiungimento dell'obiettivo 2 mesi, ed ora la bambina è assolutamente autonoma. Chiama pipì e cacca.

    • CHIEDE DI ANDARE IN BAGNO , ANCHE SE TARDI, PER EVITARE INCIDENTI

    Che cosa fare:

    1) fai molta attenzione all'orario e chiedi al bambino se ha bisogno di usare il bagno ... in ca
    so di non verbalità , accompagnalo.

    2) Evita un abbigliamento limitante o difficile da maneggiare. Tienilo in pantaloni con elastico, piuttosto che col pannolone.

    3) ricordagli il bagno periodicamente e lodalo generosamente quando indica o chiede di usarlo.

    4) ignora gli incidenti evitando di cambiare il bambino ed incoraggiarlo a fare da sè gran parte del lavoro del cambio dei panni.

    5) fa che i membri della famiglia facciano da esempio chiedendo di usare il bagno in presenza del bambino
    .
    N.B. in entrambi i casi, in caso di fallimento non rimproverare e non lo punire...devi ignorare.
    • SI SPAZZOLA I DENTI SU INDICAZIONE VERBALE O SU IMITAZIONE?

    Che cosa fare:

    1) Sii un buon esempio per il tuo bambino. Usa lo spazzolino da denti piccolo e fai che il bambino lo tenga sotto l'acqua. Può spazzolarsi i denti senza dentifricio. Successivamente aggiungi un po' di pasta dentifricia...assicurati che non sia sgradevole.

    2) Fai lavare i denti al bambini quando lo fanno i genitori. Incoraggialo ad imitare le tue azioni. Fai che osservi se stesso ed i genitori in uno specchio sistemato alla sua altezza dove possa vedersi.


    3)Sii costante e coerente, incoraggialo ed aiutalo a lavarsi i denti due volte al giorno, sempre alla stessa ora, fai usare lo stesso metodo anche a scuola.

    4) Tieni il dentifricio e lo spazzolino del bambino in un posto speciale dove può trovarlo ogni giorno e agevolare la sua autonomia.

    P.S. prima di applicare il dentifricio sullo spazzolino trovare un gusto a lui/lei gradevole e assaggiarlo prima e lontano dallo spazzolino.
    • DICE CINQUE PAROLE DIVERSE ( può usare la stessa parola per indicare oggetti differenti)

    Che cosa fare:

    1) Quando il suo vocabolario è limitato, il bambino usa spesso una parola per esprimere più significati a seconda della situazione. Incoraggia il bambino ad usare le parole che conosce rinforzandolo quando questo succede:

    a) uso denominativo: il bambino può dire ''babbo'' quando il genitore
    entra nella stanza. Devi allora dire: ''SI, questo è babbo'' o papà se usa questo vocabolo;
    b) uso locativo: se il genitore è già nella stanza il bambino può indicarlo e dire ''babbo''. In questo caso devi dire: ''Si il babbo è proprio là'';
    c) uso possessivo: se trova un oggetto dei genitori il bambino può dire: ''babbo'' ed indicarlo ((potrebbe anche prenderlo senza verbalizzare)). in questo caso devi dire: ''Si, quella è la.....(sciarpa) di babbo''. oppure di papà se usa questo termine.
    N.B. la stessa procedura vale per qualsiasi altro oggetto o persona.

    2) Esemplifica queste singole parole al bambino; usa la parola ''babbo'' o ''mamma'' per esprimere al bambino i due differenti significati ((può accadere anche con il cibo)). Quando dice la parola lodalo ed amplia la sua produzione: '' Si, questa è la mamma''

    3) Se il bambino sa dire ''palla'' o ''acqua'' o ''pizza'' o ''patatina'' può utilizzarle per nominare o chiedere qualunque oggetto chiamare persone. Rinforzalo dicendogli cose come: ''no palla, è una mela, ripeti me...la ((attendi che il bambino ripeta e rinforzalo))...una volta acquisita la parola e legata all'oggetto, amplia la richiesta. Ad esempio: ''acqua'' ..'' mi dai acqua.
    • FISSA UN OBIETTIVO E PORTA AVANTI UN 'ATTIVITA'

    Che cosa fare:

    1) scegli un progetto che il bambino avrà la possibilità di portare avanti.Siediti accanto a lui e , a voce, elenca i passaggi necessari per completare il lavoro.Mentre fa, dagli suggerimenti tipo: ''che va fatto prima? e dopo?''

    2) una volta che il bambino decide di raggiungere un obiettivo da se ( spazzolarsi i denti, ogni sera senza che gli venga ricordato),fai in modo che registri su una carta i suoi progressi servendosi di targhette adesive o di altri segnali. Il genitore può controllare l'attività ed intervenire con un premio quando il bambino raggiunge un certo traguardo.
E' un prontuario, un insieme di regole e consigli per controllare e gestire l'iperattività a scuola... documento messo a disposizione dal sito AUTISMO E AMORE...

1. E’ opportuno controllare le fonti di distrazione all’interno della classe: non è indicato far sedere il ragazzo vicino alla finestra, al cestino, ad altri compagni rumorosi o ad oggetti molto interessanti. Non è, ugualmente, produttivo collocare l’allievo in una zona completamente priva di stimolazioni, in quanto egli diventa più iperattivo perché va alla ricerca di situazioni nuove e interessanti.
2. Disporre i banchi in modo che l’insegnante possa passare frequentemente in mezzo ad essi, per controllare che i più distratti abbiano capito il compito, stiano seguendo la lezione e stiano eseguendo il lavoro assegnato.
  • Alcuni suggerimenti per la gestione delle lezioni…
1. Accorciare i tempi di lavoro. Fare brevi e frequenti pause soprattutto durante i compiti ripetitivi e noiosi.
2. Rendere le lezioni stimolanti e ricche di novità: i bambini iperattivi con disturbi dell’attenzione hanno prestazioni peggiori quando i compiti sono noiosi e ripetitivi (usare figure, schemi, variare spesso il tono della voce, ecc).
3. Interagire frequentemente, verbalmente e fisicamente, con gli allievi.
4. Fare in modo che essi debbano rispondere spesso durante la lezione.
5. Utilizzare il nome degli allievi distratti per richiamarne l’attenzione.
6. Costruire situazioni di gioco per favorire la comprensione delle spiegazioni.
7. Utilizzare il gioco dei ruoli per spiegare concetti storici e sociali in cui siano coinvolti vari personaggi.
8. Abituare il bambino impulsivo a controllare il proprio lavoro svolto.
  • Anche l’ordine può aiutare…
1. E’ importante stabilire delle attività programmate e routinarie, in modo che il bambino impari a prevedere quali comportamenti deve produrre in determinati momenti della giornata.
2. E’ importante definire con chiarezza i tempi necessari per svolgere le attività giornaliere, rispettando i tempi del bambino (questo lo facilita anche ad orientarsi meglio nel tempo).
3. Aiutare l’allievo iperattivo a gestire meglio il proprio materiale, insegnandogli l’organizzazione e lasciandogli cinque minuti al giorno per ordine le sue cose.
4. L’insegnante deve proporsi come modello per mantenere in ordine il proprio materiale e mostrare alcune strategie per fare fronte alle situazioni di disorganizzazione.
5. Utilizzare il diario per una efficace comunicazione giornaliera con la famiglia (non per scrivere note negative sul comportamento del bambino, mortificandolo).
  • E per gestire il comportamento cosa si può fare…
1. Innanzitutto è opportuno definire e mantenere regole chiare e semplici all’interno della classe (è importante ottenere un consenso unanime su tali regole).
2. Rivedere e correggere le regole della classe, quando se ne ravvede la necessità.
3. Spesso è necessario spiegare chiaramente agli alunni disattenti/iperattivi quali sono i comportamenti adeguati e quali quelli inappropriati.
4. E’ molto importante far capire agli allievi impulsivi quali sono le conseguenze dei loro comportamenti positivi e quali quelle derivanti da azioni negative.
5. E’ più utile rinforzare i comportamenti positivi (stabiliti in precedenza), piuttosto che punire quelli negativi.
6. Sottolineare i comportamenti adeguati del bambino attraverso ampie ed evidenti gratificazioni.
7. Avere la possibilità, creativamente, di cambiare i rinforzi quando tendono a perdere d’efficacia.
8. Si raccomanda di non punire il bambino togliendo l’intervallo, perché il bambino iperattivo necessita di scaricare la tensione e di socializzare con i compagni.
9. Le punizioni severe, note scritte o sospensioni, non modificano il comportamento del bambino, se non in peggio.
10. E’ importante stabilire giornalmente o settimanalmente semplici obiettivi da raggiungere.
11. E’ utile informare spesso il bambino su come sta lavorando e come si sta comportando (feedback), soprattutto rispetto agli obiettivi da raggiungere.
  • Due cose da evitare: non creare situazioni di competizione durante lo svolgimento dei compiti con altri compagni e non focalizzarsi sul tempo di esecuzione dei compiti, ma sulla qualità del lavoro svolto (anche se questo può risultare inferiore a quello dei compagni).
  • E due da non dimenticare: occorre utilizzare i punti forti ed eludere il più possibile i lati deboli del bambino: ad esempio, se dimostra difficoltà fine-motorie, ma ha buone abilità linguistiche, può essere utile favorire l’espressione orale, quando è possibile sostituirla a quella scritta. la seconda: bisogna enfatizzare i lati positivi del comportamento quali la creatività, l’affettuosità, l’estroversione.

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