venerdì 26 ottobre 2012

Strategie per favorire la comunicazione (di Marisa Pavone, docente Pedagogia speciale - Torino).
Le difficoltà di apprendimento del bambino sordo sono essenzialmente legate alla decodificazione, comprensione e uso della lingua orale e scritta. Di fronte a qualsiasi contenuto disciplinare, egli dovrà operare a livello metalinguistico su di un materiale - quello linguistico - povero sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo: i problemi di ordine morfologico, sintattico e lessicale si accompagnano a difficoltà a sviluppare inferenze, rilevare incongruenze, cogliere differenze tra informazioni apparentemente simili, interpretare messaggi metaforici o modi di dire; inoltre, il tempo di attenzione risulta più ridotto rispetto a quello degli altri alunni in quanto, prima di giungere alla comprensione, deve preoccuparsi di labioleggere e interpretare i suoni dalle labbra dell’interlocutore. E’ importante a questo riguardo, che gli insegnanti curricolari e di sostegno mettano in atto alcune strategie utili a creare le condizioni per una buona comunicazione in classe. Innanzitutto devono accettare che il bambino non udente si esprima anche attraverso la lingua dei segni (LIS, o l’italiano segnato esatto, ISE), sia per favorire le sue possibilità espressive e il rispetto della sua identità culturale, sia nella consapevolezza che tale codice interviene a "disambiguare" il codice orale. Ciò comporta che alcuni fra i docenti si preoccupino di imparare essi stessi la LIS (oppure pretendano la presenza in classe di un educatore segnante), e che si dispongano a farla imparare anche agli altri bambini. Per quanto riguarda il ricorso alla lingua orale, occorre ricordare di: 
- controllare che il locale sia ben illuminato e che il viso del docente sia sempre in luce;
- evitare il tono troppo innalzato della voce, che deforma l’articolazione; 
- parlare con ritmo rallentato, non scandito, prolungando il suono delle vocali;
- esporre il pensiero in maniera chiara e ordinata, scegliendo il lessico in maniera accurata;
- evitare l’uso troppo frequente di frasi subordinate;
- essere disponibili a riformulare i messaggi ambigui;
- nel corso della spiegazione, ricorrere all’uso di uno schema del discorso, scritto alla lavagna, facendo riferimento ad esso ogni qualvolta si introduce un argomento nuovo;
- fare uso quanto più possibile di materiale illustrativo, inerente l’argomento (fotografie, immagini, lucidi, disegni, diapositive, videocassette, programmi di software, ecc.);
- spiegare all’audioleso tutto ciò che avviene in classe, anche in sua assenza, in modo che si senta integrato.
La progettazione delle unità didattiche
La presenza in classe di un alunno sordo richiama la necessità di una frequente interazione, e intensa collaborazione tra insegnanti curricolari e di sostegno, rispetto all’insegnamento di ogni disciplina, così come rispetto alle scelte organizzative inerenti l’esperienza scolastica. La progettazione di ogni unità didattica dovrebbe essere concordata preventivamente tra i docenti, e dovrebbe seguire un preciso itinerario:
- tenere in considerazione le conoscenze culturali e la competenza linguistica specifica dell’alunno, rispetto all’argomento;
- evidenziare il glossario di nuovi termini che arricchiranno il patrimonio lessicale del bambino;
- anticipare per il bambino handicappato, da parte dell’insegnante di sostegno, ogni volta sia possibile, gli argomenti che verranno trattati in classe per tutti; la conoscenza preventiva è molto importante per favorire l’attenzione e la partecipazione alla vita di classe, e consentire il rafforzamento delle conoscenze già possedute;
- spiegare l’argomento o il testo impiegando tutte le possibili modalità comunicative e strumentali (verbale, gestuale attraverso la lingua dei segni, grafico-visiva, multimediale);
- adattare il testo alle capacità di comprensione dell’allievo: il brano può essere ricompattato e integrato con immagini o altre informazioni, oppure ridotto, o schematizzato e ristrutturato, oppure possono esservi evidenziati i concetti chiave;
- far leggere il testo, eventualmente semplificato, evidenziando i concetti e i significati nuovi o complessi.
La valutazione
Per quanto riguarda il momento valutativo, sono da preferire le verifiche scritte e, in particolare, i questionari chiusi a risposta multipla, nei quali le difficoltà linguistiche e i rischi di ambiguità semantica sono ridotti; grazie al loro facile impiego, è possibile graduare, e quindi controllare con maggiore puntualità, la quantità e qualità delle conoscenze acquisite, e l’arricchimento lessicale. Per verificare la comprensione orale, bisogna rivolgersi al bambino chiedendo: "che cosa ho detto?", anziché: "hai capito?", perché a questa seconda domanda tutti gli alunni (non solo quelli sordi) rispondono, anche a torto, in senso affermativo.

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